La cucina ferrarese  &  Cristoforo da Messisbugo

Il cibo è sempre stato fin dalla notte dei tempi l'elemento più importante di ogni cultura. 
Il rinascimento a Ferrara ha portato sulle tavole tanti piatti che ancora oggi fanno parte della tradizione culinaria locale. La cucina ferrarese è ricca di piatti gustosi e carichi di sapori del territorio, con qualche contaminazione.
Di certo la figura più importante per la città è Cristoforo da Messisbugo. Provveditore ducale della corte estense dai primi decenni del '500, nato a Ferrara, non era un cuoco, ma "scalco ducale" (addetto al taglio della carne) e controllava anche le finanze delle attività di corte. Questo gli permise di approfondire la conoscenza della materia prima e creare piatti che ancora oggi fanno parte della nostra tradizione. Scrisse un trattato "Banchetti, composizioni di vivande e apparecchio generale" contenente 323 ricette! Il suo libro rimane una pietra miliare nella storia della cucina europea rinascimentale.
Una figura importante per la città, che lo ricorda portando in tavola ogni giorno ancora le sue ricette.

la coppia o "ciupeta"

La storia del pane ferrarese è quella di una storia d'amore. In dialetto chiamata "ciupeta". A Lucrezia Borgia e alla sua bellezza viene dedicato questo pane, la forma voleva ricordarne i suoi boccoli. Nasce una sera di carnevale del 1536 dalle mani sapienti di Cristoforo da Messisbugo.

Cappellacci di zucca

Conosciuto con il termine "caplàz". Primo piatto simbolo della Ferrara rinascimentale.
Le origini del nome sono contese tra due teorie. La prima è che la forma ricordasse i cappelli di paglia dei contadini e, la seconda, per differenziarli dalla forma più rozza dei cappelletti. possono essere conditi con il ragù oppure con burro e salvia.

Pasticcio di maccheroni 

Chiamato "pastiz" è un altro piatto tipico delle tradizione ferrarese. Le sue origini rinascimentali risalgono alle corti ducali. La forma a cupola deriva dalla necessità di conservare gli alimenti per un tempo più lungo.

salama da sugo

Le origini ad oggi non sono ancora chiare, ma si sa che la prima volta che compare era in una lettera di Lorenzo de Medici al Duca Ercole I d'Este, in cui il Magnifico ringraziava per il gradito dono. Dal sapore deciso è un impasto di carne suina con spezie e vino rosso. 

anguilla di Comacchio

Tradizione e fusione della millenaria convivenza tra la terra e il Fiume. Il Delta del Po ha tantissime caratteristiche naturali che permettono di creare un habitat ideale per l'anguilla. Il metodo di pesca è rimasto invariato e si chiama "lavoriero" anticamente fatto di legno e canna. L'anguilla, piatto tipico delle valli di Comacchio.

torta Tenerina

L'esterno leggermente croccante e il cuore morbido, quasi appiccicoso infatti in dialetto e chiamata " torta taclenta". Questo dolce conquistò i palati più importanti del regno, infatti nel 1896 fu dedicata all'amore tra Elena Petrovich e Vittorio Emanuele III Re d'Italia, tanto che la torta viene chiamata anche "montenegrina" proprio in memoria di questo matrimonio illustre.

pampepato O "pampapato"

Tanti sono i racconti della sua nascita ma quello più
accreditato risale al '600 e alla preparazione nel convento del corpus domini di Ferrara. Il dolce ricco di alimenti costosi per l'epoca, veniva inviato ai prelati importanti come dono di natale. La copertura fino agli inizi del 1900 era fatta di confetti, oggi sostituiti dal cioccolato fondente.